Quante cose può fare un libro
Gemma Gemmiti era nel tinello di casa sua e buttava giù qualche appunto per un nuovo progetto di vita. Un lavoro in proprio da cui ripartire. Le prime riunioni, i primi contatti da un computer. Poi tutto ha preso forma. Ed è letteralmente uscito di casa, attraversando l’Italia. Gemma voleva far scrivere i ragazzi. Tutti. Dai più piccoli ai più grandi. Dai più talentuosi ai più svantaggiati. Attraverso la scrittura avrebbero capito qualcosa di loro stessi.
Così nel 2015 è nata la Gemma Edizioni. Una casa editrice indipendente. Lei l’ha definita “portale per nuovi autori”. L’azienda si trova a Ceccano, in provincia di Frosinone, e negli anni è riuscita a diventare un punto di riferimento per quanto riguarda il contributo all’istruzione inclusiva e il sostegno all’educazione. La Gemma Edizioni, infatti, è attiva soprattutto nell’elaborazione di progetti scolastici. Collabora con istituti di tutte le fasce, dalla scuola primaria alle superiori. I bambini, aiutati dagli editor, si cimentano in fiabe, favole e filastrocche, stimolando la loro fantasia e sperimentando una scrittura il più possibile ragionata. I ragazzi delle medie superiori, invece, lavorano a raccolte di racconti e poesie, guide turistiche, libri di ricette, fumetti e manualistica.
Fino ad oggi la casa editrice ha curato 100 progetti, in quasi tutte le regioni italiane, impegnandosi attivamente affinché il proprio lavoro sia realmente un impulso al mondo della didattica. Come? Restituendo agli istituti parte dei proventi ottenuti vendendo i libri (di cui le scuole acquistano un numero determinato di copie). Senza rinunciare al profitto, l’azienda rigira parte delle somme, che verranno usate dai dirigenti scolastici per finanziare ulteriori progetti curriculari e sociali. In totale, la fondatrice Gemma Gemmiti ha devoluto 42.817 euro. Soldi non persi, perché servono alla formazione, alla cultura e alla lotta contro l’analfabetismo funzionale.
Denaro con cui, ci ha spiegato la titolare, sono state organizzate anche visite guidate. E poi la beneficienza, con somme a favore della ricerca sul cancro e sull’anemia di Fanconi.
Non solo un mestiere, quindi, ma una mission. Che si coniuga perfettamente con l’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’Organizzazione ha stilato 17 obiettivi da raggiungere entro i prossimi dieci anni, definendoli utili alla trasformazione della nostra società. Il punto 4 parla di apprendimento e prescrive: “Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti”.
Gemma Gemmiti di ragazzi ne ha incontrati tanti. E ritiene che molto spesso gli ostacoli, tralasciando le patologie, siano di natura endogena:
“Il problema più grande è l’autostima. I giovani di oggi hanno una evidente fragilità e pensano di non poter fare. All’inizio ci capita molte volte di trovare resistenze. Come faccio a scrivere un racconto? Ci dicono. Poi pian piano si dedicano. E scoprono che possono farlo”.
Adesso la sua società ha tre dipendenti (tutte donne), alcuni collaboratori esterni e non vuole smettere di costruire ponti. “Facciamo cultura che genera cultura”, ha detto Gemma.
Nel cuore i sorrisi dei ragazzi con gravi disabilità mentali, che arrivano a disegnare volti a cui associano il vocabolo dell’emozione rappresentata dalla faccia. Anche giovani affetti dalla sindrome di down che pubblicano il loro racconto. Altri, dislessici, addirittura correggono gli scritti dei compagni. “A quanto pare, dover analizzare con attenzione una sintassi che non viene da loro, li fa riuscire a comprendere meglio le incongruenze”, ha spiegato la Gemmiti, raccontandoci di Elisa Piantoni, una studentessa Dsa la quale, anche se più lentamente, e ingrandendo le lettere, cerchiava i refusi di chi le aveva consegnato la bozza.
Gemma Edizioni è attiva anche dal lato delle pubblicazioni tradizionali e ci tiene a far sapere che non fa pagare nulla agli autori (una pratica malsana oggi sempre più diffusa) e l’impegno nella scoperta di nuovi talenti è uno degli elementi principali. I primi risultati già si vedono, ad esempio con il romanzo di Andrea Simionel “Straniera Vita”, recensito su Il Foglio, senza dimenticare il premio Festival dei Monologhi di Ostia ad Andrea Mattei per “Briciola”.
E quanta attenzione per il coraggioso racconto della malattia di Mauro Ferrara, il cui titolo balza all’occhio: “Essere uomo non vuol dire soltanto fare la pipì in piedi”. Un libro che è finito anche sulla scrivania del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Ci teniamo far capire ai ragazzi che anche un lavoro intellettuale può essere un lavoro a tutti gli effetti. E ha lo stesso valore di qualsiasi altro. Crediamo che chi ci ha incontrato oggi sarà un lettore domani, costituendo quell’humus che pone le basi per una società migliore”.
L’Agenda 2030 richiede risolutezza. Unirla all’empatia un bisogno. E proprio questa è la caratteristica di Gemma.